Personalmente non ritengo che il possesso diffuso di armi sia un deterrente efficace contro crimine e violenza. In generale, la cronaca è stracolma di casi di attacchi contro bersagli che gli assalitori sanno benissimo essere armati - dagli assalti ai portavalori agli scontri tra opposti gruppi criminali.
In questo caso specifico di furia omicida-suicida, poi, è palese che il signor Cho Seung Hui non si sarebbe lasciato spaventare: voleva morire comunque.
D'altro canto, non credo neppure che la radice del problema sia nel possesso delle armi in sé. Piuttosto, è nella cultura, nella percezione di quale livello di uso della forza sia "appropriato" in una data circostanza. Perché in certe città, dove pure la criminalità non manca, i rapinatori di banche si armano di cutter e tagliacarte mentre in altre città si rapina il fruttarolo pistola alla mano?
In questo caso mi pare che ciò che sia venuto meno sia stato l'intervento delle reti sociali. I segni c'erano tutti, il ragazzo aveva dato ampie prove di evidenti disturbi psichici che andavano peggiorando, eppure nessuno è stato in grado di prevenire questa tragedia..
Io seguo sempre il gregge.
Sono il lupo.